Opere di Maurizio Roggero


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Maurizio Roggero



Molte opere di Maurizio Roggero dialogano col mare.
Nel 2000, durante una vacanza a Stromboli, raccoglie scarti, resti di lavorazioni edili che l'acqua ha rifinito e nuovamente restituito alla terra: piastrelle colorate, soprattutto, frammenti di ceramica. La sua prima composizione nasce dall'assemblaggio di questi materiali: è una sorta di esile cometa incastonata nel legno di una vecchia porta, contornata da una scia luminosa che va scurendosi verso i margini. La spina dorsale della cometa è la linea curva centrale che taglia il mosaico in due, un veloce segno di separazione che ritroviamo in altre opere. All'interno di questa linea, Maurizio ha scritto: "ciò che l'uomo getta al mare, il mare ritorna in piccole meraviglie, ma per coglierle l'uomo si inchina sulla terra di Dio".

Nell'inchinarsi, l'artista Roggero coglie l'immagine di un differente universo, che si compone seguendo le indicazioni di un linguaggio e di un ritmo puramente interiori. Roggero non affronta la sua raccolta assumendo il piglio provocatorio che ha spesso caratterizzato, nell'arte contemporanea, il rapporto con i rifiuti. La sua è piuttosto una paziente operazione di riassemblaggio, la ricomposizione di un mondo nel quale le cose, definitivamente svincolate dalla funzione a cui l'uomo le aveva destinate, iniziano a raccontare altre storie.

Nei mosaici Roggero riversa l'eco di riflessioni e fantasie che ha saputo nutrire quotidianamente con intensità ed energia. Nella sua arte esse si cristallizzano in immagini misteriose, sature di colore, spesso inquiete. Dall'incontro col mare di Procida nasce un " Paradiso Terrestre" composto di fiori di plastica recuperati, ancora una volta, dall'acqua. Al centro, questa festa di verde è solcata da un serpente ottenuto con galleggianti per reti da pesca.
Nel " Caimano" domina un segno di terra, il copertone di un camion che attraversa in diagonale la composizione. Tutt'intorno, su una superficie arancio, un mare infernale, galleggiano foglie nate da una mescolanza di palline da ping pong e puntine da disegno appoggiate su lastre di gomma.

In un'altra opera, " La condizione umana", le figure che animano il mosaico sono ricavate da impronte di un ferro da stiro e dall'assemblaggio di trentamila puntine da disegno. È un universo spasmodicamente ordinato in cui, però, ogni creatura pare seguire una propria direzione. Le cose ritrovate, riammesse alla parola, hanno preso ad agitarsi, rinchiuse nella cornice come in una gabbia. Già preme un'ulteriore trasformazione (" La nuova nascita" è il titolo di un'altra opera) che richiede, ancora una volta, la capacità di inchinarsi all'ascolto, lungo la linea di demarcazione fra la terra e il mare.

È la vita, d'altra parte, a passare così. Oscillando tra ricerca dell'ordine e necessità del disordine, nell'impegno di scomporre e continuamente ricomporre il puzzle dei tasselli che ci definiscono, che formano e deformano la nostra immagine. Facendoci riscoprire ciò che credevamo da buttare, e separandoci da quello che fino a ieri sembrava indispensabile.

Nicola Rocchi


Ritrovamenti

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